La provincia di Teramo, situata nell’Abruzzo settentrionale, ha una storia ricca che affonda le radici nell’antichità e attraversa tutte le fasi storiche dell’Italia centrale e meridionale. Questa zona, compresa tra il Gran Sasso d’Italia e il Mar Adriatico, è stata una terra di passaggio, ma anche di autonomia e resilienza.
📜 Storia della Provincia di Teramo
🏺 Età Antica
Popolazioni preromane: Il territorio era abitato dai Pretuzi, un popolo italico affine ai Piceni e ai Sanniti. Essi avevano come centro principale l’antica Interamnia Praetuttiorum, l’attuale Teramo (il nome significa "terra tra i fiumi", il Vezzola e il Tordino).
Romanizzazione: Con la conquista romana (III sec. a.C.), il territorio venne integrato nella Repubblica Romana. Teramo divenne un municipium romano e si arricchì di infrastrutture: anfiteatro, terme, acquedotti, templi.
Il territorio fu attraversato da vie romane come la Via Salaria e la Via Cecilia, che collegavano Roma con l’Adriatico.
🏰 Medioevo
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Teramo subì le invasioni gotiche e longobarde. In seguito fu sotto il dominio dei Franchi.
Fu contesa tra Ducato di Spoleto, contee locali e poi tra i Normanni, che inserirono Teramo nel Regno di Sicilia.
Durante il periodo normanno-svevo, e poi sotto gli Angioini, Teramo fu centro vescovile e culturale. La Cattedrale di Santa Maria Assunta (XII sec.) è uno dei simboli di questa epoca.
Nei secoli XIV-XV la città conobbe scontri tra famiglie nobili (De Valle, Melatini, Antonelli) e varie distruzioni.
👑 Età Moderna
Teramo divenne parte del Regno di Napoli. Fu inserita nella provincia dell'Abruzzo Ulteriore I, con capoluogo l’Aquila.
Subì carestie, terremoti (tra cui uno devastante nel 1703) e pestilenze.
La vita culturale non mancò: fiorirono università, accademie (es. l’Accademia degli Illuminati), e si sviluppò l’arte barocca e religiosa.
Durante il dominio spagnolo e borbonico, il territorio rimase rurale ma con importanti famiglie aristocratiche e una fiera borghesia.
🇮🇹 Età Contemporanea
Partecipò ai moti risorgimentali: vi furono patrioti teramani attivi contro i Borbone.
Dopo l’Unità d’Italia (1860), la provincia conobbe crisi economiche e una massiccia emigrazione (soprattutto verso Sud America e Stati Uniti).
Durante la Seconda guerra mondiale, fu teatro di combattimenti e sacrifici (bombardamenti, rappresaglie naziste).
Il secondo dopoguerra portò alla rinascita: si svilupparono industrie (tessile, alimentare, meccanica), l’agricoltura si modernizzò, e la costa si aprì al turismo.
🌄 Oggi
La provincia di Teramo è conosciuta per le sue tre anime: quella montana (Gran Sasso e Monti della Laga), collinare (con borghi storici come Atri, Campli e Civitella del Tronto), e marittima (costa adriatica con località turistiche come Giulianova, Tortoreto e Alba Adriatica).
La Fortezza di Civitella del Tronto, ultima a cadere nel 1861 contro i piemontesi, è un simbolo della resistenza borbonica e un gioiello storico.
L’università, il teatro, i musei (es. il Museo Archeologico di Teramo) e le sagre tradizionali rendono il territorio culturalmente attivo.